lunedì 13 luglio 2015

18 luglio 2015 Oltrepò Pavese I NOMADI

Ogni cd è una nuova esperienza, una nuova avventura, un nuovo impegno. Ed è sempre gratificante e d’immensa soddisfazione dopo tanti anni, avere ancora il desiderio di trasmettere nuove passioni ed emozioni” (Beppe Carletti).
Passioni ed emozioni che i Nomadi trasmetteranno anche al pubblico pavese in occasione del concerto che terranno, sabato18 luglio, a Zavattarello.

Sono i primi anni 60 quando tra Modena e Reggio Emilia Beppe Carletti e Augusto Daolio decidono di formare una loro band. L’esordio avviene nel 1963 e il nome scelto è Nomadi, denominazione scelta un po’ per caso ma forse anche per destino.
Il gruppo appena formatosi racchiude la rabbia, la voglia di riscatto, le insoddisfazioni dei tanti giovani che hanno vissuto sulla loro pelle la tragedia della guerra. Nel 1965 esce il loro primo 45 giri dal titolo Donna la prima donna e un anno dopo inizia la collaborazione con un allora sconosciuto Francesco Guccini. Da questo sodalizio nascono canzoni che segneranno una tappa fondamentale nel panorama musicale italiano: Noi non ci saremo e Dio è morto, diventeranno dei veri e propri stendardi per milioni di giovani. 
E nel 72 Io Vagabondo ancora oggi canzone – simbolo della band e inno per diverse generazioni.
Ad oggi il gruppo emiliano conta 52 lavori, fra dischi in studio, live e raccolte per un totale di 15.000.000 di copie vendute, nel 2013 i Nomadi Festeggiano i 50 anni di Musica a Cesenatico, con una tre giorni di musica, incontri e solidarietà, proprio in quella riviera romagnola che ha dato l’input al loro esordio nel 1963. Il 2014 è l’anno di “50+1”, il cd contenente 32 brani storici interamente rivisitati e 2 inediti.
2015, 19 maggio esce Lascia il segno, 10 inediti che raccontano i Nomadi di oggi:  un titolo, carico di significati, intorno al quale è stato strutturato il progetto.
Questo lavoro contiene 10 brani, che sommati alle precedenti produzioni porta a 300 il numero dei brani incisi, i contenuti sono attuali, toccano diversi temi del nostro presente e diversificati dalle poliedriche interpretazioni.
Lascia il segno… a Zavattarello!

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